COP28 tra ombre e grandi aspettative: oggi il mondo si riunisce a Dubai

Ma cosa sono le COP?


La Conferenza delle Parti (COP) rappresenta uno dei più grandi incontri internazionali al mondo per discutere e decidere sulle questioni climatiche.


La prima COP si è tenuta a Berlino nel 1995 e da allora ogni anno i 198 Paesi che hanno aderito alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), firmata nel 1992 durante la Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo a Rio de Janeiro, si riuniscono per valutare l’attuazione della Convenzione e prendere decisioni cruciali per promuovere l’effettiva implementazione degli accordi.


Le decisioni prese in queste conferenze rivestono un ruolo fondamentale nel guidare gli Stati a definire i loro impegni per la riduzione delle emissioni di gas serra e per l’adozione di politiche climatiche responsabili.


Di fondamentale importanza è stata la COP21 che ha dato vita all’Accordo di Parigi, definendo l’impegno globale per limitare l’aumento totale della temperatura ben al di sotto dei 2°C, e possibilmente entro 1.5°C.


Dove eravamo rimasti


L’anno scorso, la COP27 si è svolta in Egitto a Sharm el-Sheikh, con l’obiettivo di definire impegni concreti per favorire la riduzione delle emissioni nocive e avanzare verso una graduale decarbonizzazione. In particolare, si erano pianificati investimenti per sostenere i Paesi in via di sviluppo fortemente colpiti dal cambiamento climatico. Tuttavia, i leader mondiali non sono riusciti a concordare un accordo vincolante per raggiungere tali obiettivi, ma è stata solo enfatizzata la necessità di una transizione energetica attraverso l’utilizzo delle energie rinnovabili, con una riduzione, ma non l’eliminazione, dell’utilizzo dei combustibili tradizionali.

Il principale risultato è stato l’istituzione del fondo Loss and Damage, finalizzato a risarcire i danni e le perdite causati dal riscaldamento globale dai paesi più industrializzati verso i Paesi in via di sviluppo, territori meno responsabili del riscaldamento globale ma vulnerabili alle conseguenze peggiori.


COP28, cosa aspettarsi

 

Inizia oggi a Dubai la 28esima Conferenza per il clima delle Nazioni Unite che durerà fino al 12 dicembre. Negli ultimi giorni sono emerse numerose polemiche riguardo al luogo dell’evento e alla figura che presiederà la Conferenza.

La selezione degli Emirati Arabi come sede ospitante ha suscitato diverse perplessità, essendo il Paese uno dei principali esportatori di petrolio e gas naturale a livello mondiale, mentre la presidenza della COP28 è stata assegnata a Sultan Ahmed Al Jaber, CEO della compagnia petrolifera ADNOC, la società petrolifera di Abu Dhabi. La scelta è quindi oggetto di discussione per il forte collegamento con la risorsa del petrolio, una delle principali fonti di emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico. Nonostante ciò, ci sono coloro che vedono questa decisione come strategica per un maggiore coinvolgimento del Paese verso gli obiettivi climatici.

La COP28 riprenderà l’eredità lasciata dalla precedente Conferenza delle Parti riguardo il fondo Loss and Damage, con l’obiettivo di definirne i meccanismi di operatività.

Tra le principali aspettative rientra la realizzazione del Global Stocktake, il bilancio globale previsto dall’Accordo di Parigi da stilare ogni cinque anni che fornisce un resoconto delle azioni per il clima adottate dai Paesi membri dell’UNFCC. Verranno quindi sintetizzati i principali progressi e stabilite ulteriori strategie per il raggiungimento dei successivi risultati.

Un’altra questione che verrà discussa riguarda il fondo di 100 miliardi di dollari, stabilito durante la COP21 per l’affiancamento dei Paesi più poveri nelle politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Infine, le quattro tematiche trasversali che riguarderanno la COP28 e guideranno le nuove negoziazioni e obiettivi saranno: Tecnologia e Innovazione, Inclusione, Comunità in prima linea e Finanza.

Tra aspettative e contraddizioni, quello che ci auguriamo è che la COP28 segni un passo significativo verso l’adozione di politiche globali concrete per affrontare le sfide del cambiamento climatico, che si promuova l’adozione diffusa di energie rinnovabili, la conservazione dell’ambiente e l’adattamento alle conseguenze inevitabili del riscaldamento globale.

Speriamo inoltre che momenti di confronto così importanti come la COP28, servano da stimolo per la collaborazione internazionale e l’impegno delle nazioni nel rispettare gli accordi presi, contribuendo così a diffondere un cambiamento culturale ormai necessario.